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“Quando incontrai la mia donna straordinaria”- Una mostra partecipata per eliminare la violenza di genere – di C. Buoncristiani

Potrebbe sembrare una graziosa casa di bambole, arredata con tavolino e sedie in miniatura, tutto così colorato e contenuto in una lucida boule da pesce rosso. Si direbbe un luogo sereno, questa palla di vetro liscia e trasparente. Se non fosse una prigione dove la violenza fluiva, muta, nelle vite di chi ci abitava. Ma la storia non finisce qui. Guardando più attentamente, si vede che c’è anche un sottile filo di metallo. Un gancio che porta fuori dalla bolla, verso la libertà. Ne escono due figurette, la mamma e la bambina. La didascalia recita: “Era il 7 gennaio 2020 verso le 19 circa, quando ho incontrato la mia donna straordinaria che assieme a sua figlia usciva da una boccia di vetro piena d’acqua (…) stava bene pensando che prendersi cura di sé fosse essere sempre a posto e in ordine con i capelli (…). Di fatto, come per il pesce della boccia, nulla manca, c’è l’ossigeno il cibo e altre cose sufficienti per sopravvivere, è la vita stessa. Quella sera però ha avuto uno scossone e si è resa conto che fuori c’era la libertà”…

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